I treni
Sul davanzale, appoggiato con il mento, guardavo, da bambino assai contento, dalla mia prima e tranquilla abitazione: locomotive, treni, convogli, laggiù in stazione.
Sognavo ad occhi aperti appena ieri, solo viaggi in luoghi nuovi ai miei pensieri! Treni che lasciavano i binari verso il cielo al far dei macchinisti: lavoro e zelo.
Ero sì del convoglio “azzurro” grande viaggiatore, al tempo stesso, IO, Signore del Vapore. Sbirciavo paesaggi ed Italici sentieri, il mio naso schiacciato alla finestra, giorni interi.
Un fischio per l’arrivo o una partenza un cartone, della colla, e tanta pazienza riproduceano in casa tanta meraviglia viaggi che coinvolgevano l’intera mia famiglia.
Sono cresciuto, e il tempo s’è preso i viaggi con essi i sogni , gli interminabili meriggi. Non prenderà di me gli acuti suoni sordi, le palette rosse, i treni, i treni, i miei ricordi.