Il calvario di una donna

Le mie ferite lacrimano
sangue, ho le carni
a brandelli, fendenti
Inferti da una mano
che credevo amica,
l’amavo con tutta
me stessa ma si è
rivelato il peggiore
dei nemici, aveva
una rabbia dentro
che sfogava
sulle mie carni
ogni giorno subivo
le sue violenze verbali
e corporali, ma il coraggio
mi mancava per far
cessare quel tormento,
la paura di quell’uomo
dall’apparenza gentile
ma marcio dentro,
ero un esile stelo
nelle sue mani, forti
potenti le sentivo
su di me con violenza
e le ossa scricchiolare,
finché arrivò il giorno
ebbi la forza di piantargli
senza compassione
due fendenti dritti nel cuore,
lo vidi stramazzare a terra
in un lago di sangue
caddi in ginocchio piangendo
e dentro di me pensavo
è finito il mio calvario,
la mia croce.
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