Il "cane" Mohammed Sceab

Era
una notte
(strana)
al cimitero
marino
quella mutila
e sorda
delle ore
sussurrava
una scimmia
parlante
dentro
l'orecchio
che sarei
morto presto.
Non avevo
paura
pregavo
di gioia...
due dita
confuse
facevano
l'amore
con quella scimmia
ed una pioggia
di meteore
verdi e rosse
inondò
il cielo
di farfalle
cieche.
In quel 
cimitero
riposa
un "cane"
di nome
Mohammed Sceab
leggeva
il corano
e fumava
hascisc
della Turchia
era morto
suicida
per paura
della vita
e senza patria
ma nessuno
lo sapeva
e forse io solo
so ancora
che non era
un vigliacco
e visse due
volte: che visse
per
due volte
una volta
nel mio 
cuore.

da: "Poesie di maggio" (canti anarchici, lampi di controcultura, visioni ermetiche), 2018.