Il Cristo della città
Ballavano sul ponte,
ballavano tutta la notte.
Banditi, boia, emarginati,
impiccati, meretrici,
sifilitici, teppisti,
canaglie, ladri, di vodka bevitori.
Ballavano sul ponte,
ballavano fino alla mane.
Mendicanti, sgualdrine,
matti, furbe spie,
ballavano là per le strade,
forche, lanterne, carogne.
Ballavano sul ponte
illustri clienti:
farabutti!
Ruffiani, vecchi licenziosi,
autoviolentatori vergognosi.
I piedi battevano,
suonavano le armoniche, le fisarmoniche
fino all'alba suonavano,
ballavano il loro incivile:
Avanti! Avanti!
Divoravano, bevevano, ballavano.
Ed era uno straniero,
era uno sconosciuto,
lo guardavano di sbieco,
le spalle scrollavano,
sputavano.
L'hanno preso a parte:
parlavano, parlavano, chiedevano,
taceva.
Gli si è avvicinato rosso rossiccio:
‐ Chi sei tu?
Taceva.
Gli si è avvicinato un altro,
senza il naso,
pustoloso:
‐ Chi sei tu?
Taceva.
Gli si è avvicinato uno sornione,
ha borbottato:
‐ Chi sei tu?
Taceva.
Gli si è avvicinata Maddalena:
ha riconosciuto, ha detto ...
Lui ha pianto ...
Silenzio. Qualcosa sussurravano.
A terra cadevano. Piangevano.