Il fato
Ignaro del mio fato
In questa vita mia dolorosa,
ogni giorno scorre lento,
senza mai conoscere un vero finale.
Nel natio borgo, immerso nel silenzio,
le ombre del passato danzano
sotto la luce fioca del tramonto.
Risuonano i rumori,
di armature rugginose e cuori erranti,
cavalieri di sogni,
mentre il suono dall'alto della torre
mi risveglia e riporta al presente.
Oh, come mi pesa il tempo,
come una catena che stringe,
la giovinezza ormai svanita,
un ricordo lontano,
Il presente scende in me,
come una nebbia,
portando con sé una tristezza
che affonda le radici nella mia anima.
Un mesto tamburo annuncia
l’arrivo di giorni privi di luce.
Sarò giunto alla fine della mia sventura,
un’epopea silente di sogni infranti,
mi lascio trasportare dall’immagine
di un amore perduto,
stampata nell’iride…
e piansi,
perché non c'è dolore più grande
di quello che si porta dentro,
silenzioso eppur assordante,
in questo esilio dell'anima.