Torna la tua voce, Mare
a cantare la notte
così spietata, ruvida.
Indifeso il cielo respira
la magrezza del tempo
sul sentiero di uomini
confinati alla meta.
A chi importa brandire
queste parole, giovinezza
di disperate chimere,
triste rinuncia la nebbia
ad issare la vela.
E io continuo ad esistere
a cambiare rifugio
benchè sia già tardi
e quel filo di luce,
di dovuta speranza
resta impigliato
al tuo muto ricordo.
13 gennaio 2017
Altri contenuti che potrebbero piacerti
La poesia e' l' urgenza di concedersi dei luoghi inascoltati