Tace questo inverno di ingratitudine
in equilibrio sulle paure.
Considero le carezze della malinconia
un penoso spreco di sangue.
Mento con la voce dell’allegrezza
mentre scavo più mansueti orizzonti.
Dal silenzio dei boschi sino al fruscio delle onde
il sole compie il suo giogo
incredulo dinanzi ai nostri travagli.
Perdiamoci nel giardino dei tigli;
cogliamo il dolce grappolo
prima che i venti
ne assaporino la carne.
Da questo naufragio
possiamo salvarci
stringendoci intorno al fuoco.
11 gennaio 2018
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Siamo fatti di visi, di storie di "fattene una ragione", siamo fatti di ciò che perdiamo e di quello che ancora non abbiamo trovato.