Il Pastore Solitario
Sin da bambino
Nel respiro della sera
In silenzio e da solo
Varca sentieri di vita
Laggiù dalla valle
Sale il canto della fiumara
Unica musica di una sera muta
Che evapora nella notte morente
E mentre filtra la prima luce
A disegnare i colori dell'alba
Finisce il tempo del riposo
Anche per il branco di lupi
Che smette di ululare alla luna
E allo smorzare del suo sfolgorare
La voce degli alberi saluta il giorno
E pure al pastore sulla riva del fiume
Inebriato da sogni mai concretizzati
L'uomo ferito si chiede i limiti
Dei limiti dei suoi confini
Delle notti vuote e senza voci
Della malinconia e dell’angoscia
Allora la sua d'imprecazione
Sale oltre l’interminabile
Che lo copre con il suo velo grigio
Senza uno squarcio d'azzurro
Mentre il nuovo crepuscolo
Ridisegnano il solito crepuscolo.