Il poema dell'immagini sparse
Ricorda: il fiume mostra l'ombra quando l'essere è la canzone per il fucile ed il fiore. Che l'umidità è allora una foresta sola, il condor ritorna alla tua giovinezza e danza sporco la ballata dei due musici. E nuvoloni ovviamente nel mentre e sangue in purgatorio e sette bocche spalancate. E viene visione di consigliere moribondo e capitano sogni altrui nell'esplosione d'un matrimonio e serve di per cui reagire. Dare un nome alla propria pecora interiore. Mettere il pilota automatico zingaro. Cercare gli spigoli ripieni dell'aria. Il ritmo del pensiero. Il ritmo del pensiero. Il ritmo del pensiero, mio raro, è l'ultimo desiderio d'un monte. L'indotto retaggio di coscienza ereditata da estranei. E commedia e tragedia. E piattole e tranquillanti. E grandine sulla ferita. E grafite. Unicamente con la grafite si rende presentabile l'immondo. E. Ed aggiungi quello che vuoi, ma tutto è una grande curva indiretta in codesta lugubre gravità d'isolamento. Molto meglio una domanda insensata. Il mio orologio fermo sul rosso assieme a lei mette l'ali. Non siamo uccelli. Nemmeno allorché cinguettiamo. Il resto miserabile bugia. Dio un cigno vecchio e malato alla deriva con un gatto in barca. L'amicizia una fase che perde la luna. La speranza una ribellione nata sottomessa. La salute un arcobaleno in bianco e nero e. E l'essere appunto una ballata per fucile e fiore. O. O anzi no che. Che talvolta, magia degli alti piani che gelano i piani alti, invertendo i fattori il risultato d'alcune operazioni s'inchina e cambia in omaggio all'esistenza pura d'un fiume che mostra l'ombra: per fiore e fucile. Per fiore e fucile. Per fiore e fucile.