Il pregiudizio del poeta

non mi interessa se sei giovane o vecchio,
se appartieni al ‘60 al ‘70 o all’ ‘80,
non sei un vino di denominazione
di origine controllata e ancor meno garantita,
non sei un lager di appartenenza
in un barattolo di parole
con la data di scadenza.

fuggi dai pregiudizi del poeta,
segui l’inchiostro della strada,
non importa se asfaltata
o accidentata.

non c’è solo la striscia bianca,
non c’è solo il rosso e il verde,
puoi immaginare tutti i pastelli
dell’arcobaleno.

infilati un paio di scarpe
comode per girare,
non importa se sono griffate.

non aver paura di sporcare le suole,
non aver paura di girare l’angolo,
non aver paura di alzare lo sguardo.

non seguire la direzione della cartina,
non ti fermare davanti agli swarowski
di gentil aspetto,
gusta, viandante, il take away
di un estraneo,

nuota controcorrente come i salmoni,
chissà che le parole deposte
non siano migliori
di quel carattere verdana 12,
un tipo volgare che ti aspetta a casa
attento al palinsesto di quattro ballerine
che aprono e chiudono il sipario
di un testo formattato con le forme
di turgidi seni.