Il rimorso

Ogni mattina allo spuntar del giorno,
all'apparire dell'attesa aurora
sorgesse il sole o spirasse bora (*)
o ch'estate fosse o piovos'inverno

senz'alcun'indugio al campicello
sperando mettere qualcosa nel paniere
t'incamminavi per la cerca giornaliera,
con chissà qual'altri pensieri nel cervello;

quante volte ,però, fu la ricerca vana,
quante volte il ritorno fu triste e deluso
che vuota fu la cerca quotidiana
e altro giorno in fame s'è concluso.

Nel  desolato, teterrimo abituro,
sfumata la speranza del mattino
tutt'intorno t'appariva ancor più scuro
ma la speranza non avea confino.

In quegl'anni di epidemica carestia
puranco d'affetti, nonna , fosti scarsa.
Povera in tutto, nonna, io nol capia
perciò lo cuore me lo stringe morsa.

Grande, se solo avessi riflettuto
t'avrei qualche sospiro, forse, lenito.
Nol feci, più nulla or posso, t'ho perduto!
Il rimorso mi rode all'infinito.