Il ritorno a casa
Nella stanza buia, remoto rifugio di pensieri smarriti,
un fascio di luce, calda lama, penetra silenzioso.
Un granello di polvere vortica sospinto dal respiro,
piccola navicella vagante nell'oscuro spazio.
Gocciola l'acqua nel lavello, cerchi concentrici,
il ritmico suono riverbera nell'oscurità.
Odore di muffa dalle pareti, macchie di solitudine,
si insinua nelle narici pungendo amaramente.
L'occhio scorge, ora avvezzo alla penombra,
gli abitanti del tetro luogo, oggetti rimasti senza scopo.
Su una mensola giace, svolto alla rinfusa,
del filo interdentale chiazzato di rosso.
Poi un bicchiere scheggiato, vaso di ripiego,
ospita una rosa gialla ormai appassita.
Vicino una candela consumata mostra,
ricordo della fiamma che fu, il nero stoppino.
Su una sedia malridotta giace, alfiere del dolore,
un malinconico pupazzo con fattezze di giullare.
Dopo lungo vagare il vecchio ritrova così la sua casa,
quindi le stanche membra si accasciano al suolo.
Il bastone appoggiato alla parete, lucido compagno,
il pensiero vola alla vita trascorsa in luoghi lontani.
Lo sguardo rivolto alla fievole luce, ultima amica,
ricordo di calde giovani estati, vigore perduto.
Quindi il sonno avvolge il vecchio, coperta finale,
mentre il cuore spende i suoi ultimi battiti.
Il canto di un uccello sconosciuto, dolce melodia,
accompagna l'affievolirsi della calda luce.
Giunge la notte e con lei il silenzio,
giunge la morte e con lei il riposo.