Il rododendro rosso.
Scroscia il mare su d'uno scoglio;
l'onda vibra, scalpita,
ad un tratto s'impenna feroce
consumandosi in mille rivoli candidi,
mille piccole lacrime di sale e vita
che s'infiltrano,
s'insinuano,
penetrano,
sgorgano,
s'alzano per poi ricadere.
Li vedo mischiarsi alla terra,
diventare terra stessa.
Andare oltre.
Trasformarsi ai raggi di luce,
evaporare,
lievitare,
aggregarsi,
rinascere come altro,
immolarsi in grandi nubi d'incanto.
‐e la Gran Fanfara di tuoni e schianti è l'infaticabile nunzio del loro ritorno‐
E tornano, dunque, come pioggia d'estate
a cadere sotto un cielo di rubino,
profumandosi di terra feconda
mentre scivolano pesanti e lenti in grossi chicchi giocosi
sopra un vagabondo Rododendro Rosso.