Il Signore delle lucertole
Tu che regolare
rompi i tediosi gusci
delle mie pallide ore
e malvagiamente le mutili
lasciandomi in balia
di un'invasione di code mozzate
al confine
tra la fine e l'inizio,
placati!
Placami
e placa il mio cuore
tra i platini!
Circondato da immobili specchi
mi hai armato la mano
ed assetato i miei occhi
intenti a seguire
bersagli che ruotano intorno
come fossero macabre giostre,
un poligono scempio.
Tutto è calcolo nelle tue code
e nelle tue biforcute lingue
mentre rabbioso
colpisco i bersagli
di antichi fantasmi.
Ma tu giochi sporco
e lo sai,
mentre digrigno i denti
e fermo i miei occhi iniettati di sangue
sull'ultima sagoma.
Trema la mano
la bocca si apre
e spalancando gli occhi
una lacrima cade...
...non posso.