Il tempo che rimane

 
L’ortolano,
il salumiere,
la fòrmica della mia cucina,
la terrazza,
il porto sotto,
il cortile,
vetri rotti ed io che gioco.

Le canzoni sempre uguali,
la fisarmonica di Gianni,
le note che ho imparato,
un re minore ed io che canto.

Il primo pesce all’amo,
l’Alighieri sul divano ocra,
il piede rotto sulla spiaggia,
un nuovo amico ed io che parlo.

Il mare in mano,
la cabina 23,
un metro per volare,
il fiato trattenuto,
lei zitta ed io che amo.

Capelli neri,
un abbaino,
i fantasmi inventati,
la pelle sua sulle mie gambe
uno scalino ed io che sogno.

La casa si svuota,
mia madre vacilla,
il treno parte in fretta,
Roma aspetta ed io che penso.

Il tempo che rimane
cattura le curve di ieri.
Le stringe in un anello
dentro il quale io vivo.

*
Anno di stesura 2005
La poesia (in assoluto tra le mie preferite) è un concentrato prezioso di alcune delle tante profonde verità vissute nella maniera più intensa di cui allora ero capace.
È tratta dal mio primo romanzo “Viaggio in V classe” pubblicato da Edizioni Il Filo, con l’amabile prefazione del Dr. Pietro Zullino, persona alla quale devo tantissimo nel difficile percorso letterario intrapreso. Spero ardentemente che da lassù egli continui ad incoraggiarmi, a guidarmi e ad assistermi per ogni parola che, uscita dal cuore, dovesse andare ad annerire il bianco di un qualche foglio.

Aurelio