Il Tentativo
Dimodochè su carta venga fissa
pens'affidare incombenza a un esperto;
chi meglio di un prossimo se rimessa
potrebbe di più foggiarla a mio concerto?
Quand'all'altezza sono al suo abituro
facciomi scosto e lascio passare
figura melensa dal vestito scuro
che quatta su quell'uscio va a posare.
Tosto la mente torna ai tempi andati,
alle storture vicine, alle lontane,
ai dispiaceri, agli anni amareggiati
e folgorato son dell'azioni insane.
Per quella melensa, perfida nobildonna
ch'attizza il focolar del dissapore
sol col riporto su cenciosa gonna
di consanguinea che ne gust'odore.
Così non entro più nella dimora,
mi resto, come sempre, nel di fuora.
Lungi dall'astio, l'ira e la perfidia
lascio squassare loro nell'invidia.