Illuse verità
Era domenica la quiete da impagliare;
Un lasso breve convertito veste
Con l’ostia fra le labbra offerta sposa
E l’ombra, colorazione muta
Gente seminata nel perdono
Smagliava la santa perfezione
Temprando sotto il tacco, l’esperienza
Gestita tesa fede.
E c’era il lutto causa resa
Da giurare nel tormento
Accordando il bianco sotto il nero
Quasi a constatare
Il freddo che sudava inverso il marmo
Scordata amenità che muori
Fra questi palmi di strade districate
Dimentica chi sono,
La pece che al mio passo rinsecchisce,
sbiancandomi il rancore.
Il cielo che germoglia mi è fandonia
E screpolato impenna verso il basso
Nel grigio che mi tace
E affila la coscienza sorta pietra
Ferita da scagliare
E non è più orazione ogni domani
Né ieri al dirimpetto avuto
Quando l’odore gloriava le narici
E nuovo raccontava
D’illuse verità