Immortalata dal canto della luce

Si schiuderan le porte del trapasso ignoto,
seppure la coscienza abbia diniego a tal divenire.
Un salto nel buio, in quell'oscura morte,
dal sapore aspro d'assoluta fine,
bensì la vita aspiri a vita permanente,
acciocché non perire veramente,
in un contiguo niente, creante timore al pensiero stesso.
Di rifiutarmi non ho potere alcuno, la vita mia non m'appartiene.
L'anima mia, smarrita, vorrà scappare alla perenne falce,
al suo cosmo futile e svuotato,
in cui solo il nulla rimane inchiodato,
sol tinteggiato d'ombra, che più scura non esista.
Vorrà rinascer all'esistenza nuova, che sa d'antico.
Spirito frastornato, sol per un momento, vittima del caos ramingo,
dopodiché s'avverrà ad ataviche memorie,
di cui s'avvalerà, onde affacciarsi sul desiato destino,
immortalata dal canto della luce,
tornerà la sua aura a brillar, ancora, nel mondo, a sé, affine,
tornerà alla casa natia, dimora celestiale,
al cospetto dell'eterno Padre.