Implora le mie labbra e taci
Implora le mie labbra e taci, straniero
in una notte di pioggia e stelle nascoste,
che sarà colpa del fuoco che mi divora dentro
se ardo di te, complice in gioco a incastro di sguardi,
perché difendermi non so…
Non so io, che mi faccio pelle a sedurre la tua,
artista del verbo che osa il proibito,
l’inconfessabile corrotto da profumo di donna
su un corpo ribelle, conducendoti dove nessuna,
come nessuna prima d’ora…
Taci, che pecco solo a guardarti e amo l’ignoto
dei tuoi silenzi, i sensi in preda a desiderio
scandito da tregue appena accennate,
per addolciti il fiato e lasciare perle di miele
tra ciglia distese.
Implora le mie labbra straniero, così uniche
nel toccarti l’anima, come ti fossero figlie,
come fossero tue, perché parlo la lingua dei pensieri
che taci e conosco quei tratti vogliosi,
rapiti nell’estasi di una notte di pioggia…