In camera
Erano tristi un tempo i poeti
e sapevano confortarmi e stringermi come un figlio
non ancora giovani e già maturi
figli di una casa umida e di una triste sera
mentre rincasavano e poi svanivano
sempre alla stessa porta e alla stessa ora
le mie notti erano meno sole
già con un semplice lamento
un cenno del capo un’espressione del viso
confortevoli notti fino all’alba
e sì che preferivo allora non tardare
stringermi in casa in quelle veglie tiepide
tra le pieghe di un sorriso
un sussurro di conforto che mai finiva
scartando le pagine e sottolineando i pensieri
rimanevo spesso con la fronte incollata alle pareti
appena il sonno mi stordiva