Non ricordo dove portava quel treno
e sognavo paesaggi senza più vetri
gocce incrostate e facce spente
Tutte le statue nascoste dal cemento
sfilavano a sancire le distanze:
questa enorme apparenza
mentre vorrei aprire le cripte
strappare con una scossa invisibile il filo
che divide il nucleo puro dalla superficie
La fiamma va e viene
in mezzo alle interferenze;
non è morta ‐ dai piani bassi
vedo volare la nebbia
cercando il cuore degli affini
per troppo tempo sigillato
5 gennaio 2018
Altri contenuti che potrebbero piacerti
Quel che veramente vale lo scopriamo... meglio prima che dopo il tramonto. E se non lo vediamo, abbiamo un'eclissi in transito.