In morte di un poeta
Quando sara' notte
e un refolo di vento
soffiera' via la fiamma
di questa candela,
sorridero' al silenzio
e m' inchinero' alla tenebra
perche' sereno
prendero' il mare aperto del tempo.
Cosi' salpando verso remote isole
lasciando al porto il penoso onere dell' attesa
dedichero' ai miei scalmi la danza dei gabbiani
issando altrove i remi di un' impassibile oblio
In amaro ostaggio di parole senza piu' ali
e sanguinari proclami
si levera' infine una voce
a cantare l' eco dell' immortale pietra
"Malgrado radici aggrappate agli abissi,
ad ogni passo strappandomi il cuore,
da Titano intrapresi
il cammino degli uomini.
Poesia furono le mie altezze;
all' indifferenza del cielo
risposi con l' insolenza delle nuvole”