In verticale

"Io sono la paura"
disse 
parandosi davanti a me
a metà del volo. 

Avevo stretto
un laccio alla caviglia
emostatico
a fermare il sangue amaro
infetto di timori e insicurezze.

Sentii venire meno
la consistenza solida dell'aria
quando per magia nera
la vidi moltiplicarsi 
in bulli eterei,
combricca di gradassi
allucinogeni.

Ma riconobbi 
la fonte dei miei mali
"Fammi passare, stronza!"
le gridai a brutto muso.
E incredula e tremante
prese un pugno in faccia.