Incanto

Fermo sulla sommitá della mia terza scalanego l'occhio al malvedere a cui é condannato il mio piacereil mio annusare e anche il mio godereIn questo poco vien la meravigliaa dimostrar quanto inutile sia la memoria dell'uomoa inneggiar ancora a arcani architetti dell'Esserenel donar lasciapassar per l'insuccessoGiro il volto verso baci ricambiatia guardare le guglie del mio mitoimpegnato a scrutare i cuori dei suoi figlicolmi di talento e d'amor patrioE non perdona colui che nel suo selvaggio tormentonell'aviditá e nell'ambizioneindice festini e immense celebrazioniper festeggiare solo con se stesso... il "Nulla".Cesare Moceo poeta destrierodoc @Tutti i diritti riservati