Incontro ad un abbraccio

Se riuscissi, non so dire quando,
ad incollarmi tutto il mare addosso,
a fare in modo che onda io diventi,
potrei rispondere al quesito antico.

Qual è per me il suo significato?

L’ho inseguito, da bambino amato
da quando a pesca insieme con mio padre
m’incuriosiva quella luce d’onde
nei pomeriggi regalati ai sogni.

Ed era porto, quasi ferma l’acqua
tra le intagliate ombre dei navigli,
in compagnia di odi e di bestemmie
di chi aspettava pesci in abbondanza.

Ed era porto, ore benedette
per ripararsi un poco dagli affanni,
per destreggiarsi a legar due ami
e poi gioire se fissati bene.

Di là dal molo alto, all’orizzonte,
quando sfidavo i gradini alti
per sporgermi dall’infuocato bordo,
di là si aprivano respiri lunghi.

Lungo nuance di un azzurro eterno,
in mezzo ai vizi dei bagliori al giorno,
mi impossessavo di un verdastro gozzo
e ‐ re ‐ andavo incontro ad un abbraccio.

Stesura 2011