Incubo pomeridiano
Dove suonano i musicisti impazziti,
c'è un aria pesante che puzza di morte,
una bambina a terra che piange sangue,
che si taglia le vene con un coltello.
Ci sono poeti che scrivono con lacrime umane,
che sentono voci ordinargli di soffrire,
ci sono poeti che si legano le mani,
per esser liberi di dimenticare il dolore.
La luna è pallida questa notte,
filtra tra i rami un ossessione,
"Puoi evitare d'illuminarmi il volto,
quando scendo a patti con il diavolo?"
Le carogne ululano verso il cielo,
strappano coi denti la poca carne,
dalle ossa bianche e lucenti,
occhi colmi di odio e paura.
Siamo foglie secche bagnate dalla pioggia,
cittadini del mondo della follia,
come cera bruciata il viso si scioglie,
diventa sottile, diventa malinconia.
Benvenuto tra noi poeta bambino,
incapace a vivere, incapace a sognare,
figlio adottivo dei tuoi stessi incubi,
padre di parole "senza forma nè accento".