Poesia
Insana
Sto come le livide vinacce nella fossa comune dei tini:
mi ebbe il rubicondo amplesso dei mosti,
brilla zanzara a suggere l'ultima carne.
Ora resto sotto la raspa dei venti a consumarmi,
bolo tumefatto alla tua fame.
Eppure ancora spremo per te dal cuore una mollica,
come fosse sangue cavato da una carcassa.