Intrighi nell'ombra del sapere

Nel crepuscolo d'ombra e luce,
ove il mistero danza in ogni piega,
sorge l'interrogativo, come un'arte,
nella poesia senza catene, senza fatica.

Sotto il velo di tenebre, vittime tacite,
delle foibe il triste lamento sfiora l'anima.
Chi sono, sospese nell'etere,
gridano silenzio in un mondo di enigmi.

Vogliono risposte, verità in lacrime,
sogni sepolti in un passato ignoto.
Dove sono le loro ombre smarrite?
Forse tra i ricordi che l'oblio ha dimenticato.

Quando agiscono, fantasmi senza tempo,
il passato s'insinua nel presente.
Come danzatori nel balletto della storia,
le vittime emergono dal buio, silenti.

Come consiglieri d'un passato sbiadito,
sussurrano tra i secoli la lezione appresa.
Positivi o negativi, il giudizio oscilla,
nel labirinto di una verità distorta.

Domandano il sapere, la giustificazione,
nel flusso di un tempo senza ritorno.
In questa danza d'ombre e luci sottili,
la verità si cela dietro maschere silenziose.

Con occhi di saggezza scrutano l'orizzonte,
traendo insegnamenti dalla storia infranta.
Consiglieri di un destino intrecciato,
nella consapevolezza che il passato non muore.

In questa poesia libera, aperta al mistero,
le vittime delle foibe svelano il loro grido.
Contraddittorie, come la vita stessa,
chiedono al mondo la validità della conoscenza.

In un'ode alla memoria, saggia e intensa,
si dipana il filo sottile della verità.
Musicale e cadenzata, come un canto lontano,
questa poesia danza tra le ombre del passato.