Io, raccoglitore di ruderi, sempre con la vanga in mano

Libero la mente nella mia notte in ore che si riempiono di paura nella memoria che s'accorcia per la di lei nostalgica volontà di riempirle di tormento a avvelenare il cuore e l'anima E porto ancora una volta più in là della terrena cognizione il confine dell'angoscia fino allo spartiacque del mio spirito segnato con il coraggio nella segreta sregolatezza di annientare il dolore che non conosce scadenze e che sogna orgoglioso il piacere di sopraffare l'interiorità vulnerabile incapace di uscire dal suo perimetro d'effimeri desideri . Cesare Moceo poeta di Cefalù Destrierodoc @ Tutti i diritti riservati