Iris
La gloria è nel tuo sguardo,
va oltre il monte,
nessuna stanza,
è mai troppo sontuosa,
per le tue coppe di vino,
Iris mi sporco di te,
sino ad esser sudicio,
volenteroso persisto,
sino ad esser la tua casa,
in cui tu alloggi,
dove porti il tuo odore,
e la notte diventa tormento,
se tu ti avvicini troppo,
le tue richieste rapaci,
mi assilano,
sino a farmi impazzire.
Tu ti cibi delle vite,
hai bisogno d'amore sempre,
come se l'ultima alba incombesse,
così scendi le scale,
per guardare l'ultima volta,
i prati di agosto,
volteggiando nei salotti,
mentre già le luci ti sfiorano,
illuminando curiose,
il tuo sesso all'aria,
rilucente di seta,
la tua pelle brucia,
si stira sino al soffitto,
divenendo il cielo,
i tuoi capezzoli son stelle,
lontani dalle mani,
posso solo piangere,
sperando di imparare a volare,
per poterli raggiungere,
gonfiandomi sino a fine certa,
del tuo arsenico bisogno.