Italia

Luminosa opera marina,
vive di antichi fasti,
figlia di un passato lontano
e arrugginita nella sua solare
solitudine, si bea di popolari
virtù, facendo del suo popolo
singolare visione agli occhi
del forestiero.
Passa il tempo, alla deriva,
come una gloriosa nave
abbandonata, vittima della
sua memoria, persa tra le onde
che ne lambiscono lo scafo.
E' sì gemma, ma anche deserto
che non può nutrire i suoi figli,
persi come sono nel vivere
la vita quotidiana, tra vecchi
miti e nuove paure,
che negli occhi del vecchio
trasmettono arcaica passione,
giorni di lotta e di conquiste,
dimenticati come vecchi
ornamenti barocchi in una
gelida mansarda.
E' un gigante dalle mani di burro,
abile nel sporcare ciò che tocca,
senza far caso alla propria mole,
che arma inarrestabile potrebbe
divenir in un giorno migliore,
perché lei è grande, quanto
grande è la benda che le copre
gli occhi raggrinziti.
E' profumo di rose,
è una donna che ammalia,
e malgrado tutto è la nostra Italia.