Kavafis vs Freddy Mercury
Fatto ancora quel sogno, quello strano sogno che mi sveglia ogni mattina e mi lascia senza fiato con l'amaro in bocca ‐ Non dovrei leggere Fino a tardi, lo so ‐
Kavafis, il poeta di Alessandria d'Egitto, dove si parla il greco inseguito per vie polverose da un Freddy Mercury sporco ed ubriaco che l'ha fatto suo sui gradini del famoso Faro…
Così, mentre Freddy il focoso lo spingeva dolorosamente dentro, Kavafis teneramente piangeva, declamando i suoi bei versi. Ma Freddy andava avanti, noncurante.
Non è proprio questo, forse, il destino del poeta? Che mentre il mondo glielo mette dolorosamente in culo, lui gli rivela la verità? Ma il mondo è noncurante.
Distratto, disattento, diversamente affaccendato. Non cercherò un ruolo nuovo per il poeta. No. Mi batterò per trovargli una nuova posizione.
Magari… caro il mio poeta, guardando il mondo dritto, negli occhi, gli puoi dire quanto puzza, quanto lo odi. Sarà costretto ad ascoltarti.
Chissà. Ad una donna queste cose, non le avrei mai raccontate. Se non c'è la confidenza. O forse queste cose le riveli solo davanti al Creatore,
che rischi di essere frainteso. Ma chissenefrega della poesia, del mondo, di tutti i Freddy Mercury che stanno in giro, se stanottenon c'è sonno per me.