L’alba di un’estate
Ignorarsi a vicenda sapendosi così vicini, ma così lontani…
stanco dei tuoi ineffabili silenzi,
stanco di rincorrerti in un sogno che inizia quando apro gli occhi e ti penso.
Due destini che s'appartengono – dicevi ‐ ricordando quei momenti,
quel barlume di crepuscolo nei tuoi occhi sognanti ma dannatamente ostinati,
ricordando quell’odore di salsedine sulla tua pelle che mi faceva dimenticare i tuoi errori,
i tuoi silenzi infiniti…
e il rumore delle onde sul sottofondo delle nostre tentazioni,
onde morbide, sinuose, avvolgenti curve del tuo corpo bagnato dal sole,
il solo che per un attimo eclissava l’ingenuità del tuo sorriso
e allo stesso tempo palesava tutta la debolezza della carne:
quanto eri insopportabile nel farti desiderare così tanto… oh quanto…
almeno quanto adesso mi risulta insopportabile leggere un tuo messaggio muto,
asettico, inutile, banale, mediocre… tardivo.
Il viale dei nostri sogni è finito nell’alba di un’estate.