L’albero di noci

Ode all’albero, antico simulacro,
che nell’eterno silenzio s’alza,
custode d’ombre e di segreti arcani,
tra le brume d’un giorno immobile.

Le sue fronde s’intrecciano al cielo,
ricami d’ebano e foglie cerulee,
dove il vento, spirito errante,
sussurra ballate dimenticate.

Nell’antro dei suoi nodosi arti,
dorme la luna, pallida e sognante,
mentre i suoi frutti, scrigni d’ambrosia,
cadono come lacrime d’ambra.

Chi osa spezzar la scorza di tal dono,
si nutre del tempo e del sogno infranto,
scivola nell’eterno vortice
di memorie mai vissute.

Oh, albero di noci, ieratico e muto,
scolpito nei miti, avvolto nel mistero,
sei il portale d’un mondo lontano,
dove l’anima sfiora l’infinito.