L' ancora salvifica

Mi dondolo

fermo

su questa sdraio

seduto col mio libro in mano
aperto a pagina sessantacinque

a leggermi nel mio fare
per sfuggire al tormento dell'Essere

col rispetto pasciuto

d'apprezzare ogni confidenza
con l'anima e le sue ragioni morali

nel suo superbo contegno

specchio appannato

del "bizzarro" stare a contatto
a ansimanti respiri

E mi tengo lontano dai desideri

ormai ammaestrato alla vita
e all'accettazione

della schiavitù che comporta
questo sentirmi libero nel buio del mio dire

Fiumi amari a scorrermi dentro

rimpianti coperti da coltri d'emozioni

a condannare all'oblio
il cuore impazzito

che batte ancora
tra le pagine aperte del godere

in nostalgie d'altri tempi
a far capire dove è andata la vita

Io aquila reale
sempre in volo a cercar la verità

con i sentimenti a farmi da corona

plano rapace su di voi ogni dì

anime benedette del mio vissuto
ornato da pensieri e parole

ricevute in dono e divenute
placide onde su cui naufragare

Voi che siete

alimento naturale
d'ogni mia calma interiore

E a tutti voglio dar ristoro e conforto

abbeverandovi

alla linfa inesauribile della mia passione
.
Cesare Moceo poeta di Cefalù
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