L’angelo di Belém
Mani sudice tra le gambe,
lenzuola umide di sudore,
"chiamami papà" nel respiro affannato
dell'ennesimo uomo disteso su di lei.
Lei, bimba di periferia,
angelo, tra le bambole di pezza,
schiava, del prezzo di una vita.
Nella stanza un vecchio comodino,
il suo viso riflesso in uno specchio
e il desiderio di continuare a vivere
nel giorno che una donna resta bimba.
Un coniglio bianco insegue i suoi sogni,
il futuro nascosto dietro la porta di un motel,
l’indifferenza che viola la sua innocenza,
prende a calci i desideri che custodisce.
Si ferma la notte,
tra gemiti di realtà e compassione,
resti e sei solo un angelo,
nel piccolo borgo di Belém.