L’APO(E)TEOSI DI UN GIORNO di Brunilda Ternova
Un giorno e t’innalzi funesta,
e le pieghe dei pensieri ti trascinano,
per non lasciarti tregua nella tua solitudine rumorosa,
intonando frequenze diverse superstiziosamente.
Succhiando le energie del mondo che fu e non c’è più,
e rincorrendo me stessa per le strade abbandonate della mia città,
un giorno sommergerò la mia improvvisata vita nel nulla,
ottusamente portandoti rancore subdolo.
Il nulla e il tutto mi parlerà di lacrime un giorno,
e affermando e rinnegando il perfetto contrario come al solito,
innamorata del mio specchio incantato gli chiederò che parli di me,
scatenando la tua collera nei miei voli pindarici.
Come sciamano dell’anima nel tuo corpo sconosciuto,
e sempre accanto per immergermi un giorno sprovvista di energie,
nel rilievo del tuo petto lineare mai sfiorato,
poggerò imperscrutabile l’amore arcano di me stessa.
Dovrò amarti di nuovo un giorno,
e dovrò permalosamente imparare a riamarti sai,
raccontarti con sguardi ingenui e sorrisi ardenti,
dei nuovi sentimenti da incontrare per gioco.
Ripescando gli interrogativi della mia tenera età,
e se tu avessi, potessi, fossi anche tu un novello Parsifal,
alla ricerca di cianfrusaglie e del mio santo graal,
allora sì avrei, potrei, sarei … un giorno.
[Irlanda, 2010]