Quanto disgusto
potrei scaraventarti addosso
ancora e ancora
e quanti alfabeti
potrei essere atta a procreare
per sadica sgranarli
senza intervallo
‐paralisi d'un pendolo o forse due
E le novelle lettere
in sputo di marmo
dentiere aguzze giù!
Una appresso all'altra
a edificar verso l'abisso
moderne parole dentro cui serrarti
e vano sarebbe
il tuo scuotere sbarre al veleno
Quante frasi infine
scioglierei in scirocco
per essiccarti esangue
e tuttavia nessuna
ormai che mi perdono
io ti perdono,
in questo apatico mio annusare
gli zuccheri del tempo.
20 febbraio 2017
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A volte è più comodo convincersi di essere degli incompresi per non dover ammettere di essere stati capiti fin troppo e tuttavia non riscuotere alcun interesse.