L'assoluzione

Quanto disgusto
potrei scaraventarti addosso
ancora e ancora

e quanti alfabeti 
potrei essere atta a procreare
per sadica sgranarli
senza intervallo

‐paralisi d'un pendolo o forse due

E le novelle lettere 
in sputo di marmo
dentiere aguzze giù!

Una appresso all'altra 
a edificar verso l'abisso
moderne parole dentro cui serrarti

e vano sarebbe 
il tuo scuotere sbarre al veleno

Quante frasi infine
scioglierei in scirocco 
per essiccarti esangue
e tuttavia nessuna

ormai che mi perdono 
io ti perdono, 
in questo apatico mio annusare
gli zuccheri del tempo.