L'eco e la luce
Nel ventre generato dai silenzi
esiste, se si vuole, un buon anfratto
dov’eco persistente rompe il passo
e il suono s’impossessa del teatro;
dov’eco gioca all’asso piglia tutto
e ogni mano vince contro il tempo
cristallizzando il meglio rendiconto
e rimandando al dopo ogni sospetto.
Io v’entro perché amo veramente
anche la vita che mi rende muto
al primo osare d’una traversia
intanto che riscatto atteso indugia.
È solo un sistema che ho adottato
per vincere di netto lo sconforto
e quando della sala m’impossesso
quel suono, allora, serenità m’arreca.
Poi, lungo il solco mi ritrovo nuovo
ancor con l’eco a tutta pelle addosso
e non mi meraviglio se ad un tratto
vedo una luce che ad uscir m’invita…
*
Anno di stesura 2009