L'eroe
Sul Pal Piccolo, là, dove proiettili, spari, ordigni, sibilavano, là, dove le baionette di color purpureo si coloravano, là, dove grida, lamenti, gemiti, imperversavano, là, dove il trombettiere doppiamente si sfiatava, siccome alla carica incitava, l’eroe altero, temerario, audace, con ardimento e con fiero coraggio, combatteva, mentre i suoi compagni ad uno ad uno perdeva. Tra i gigli martagone rosacei, il milite Micheli cadeva; in mezzo ai roponzoli plumbei violacei, l’amicu Pippu stramazzava; accanto alla barba di capra canuta, il compagno Tanu si accasciava; tra i prodigiosi ontani, a terra esanime Turi piombava; in mezzo ai sorbi, dai volatili prediletti, a terra, in men di un fiato, Saru crollava; tra i rugginosi abeti, il compagno Dinu, tremante, si riparava; là, dove crescono i bianchi ranuncoli, Paulu ferito a morte giaceva; in mezzo ai fiori color rosa‐arancio di geo penduli, Santu col cor trafitto, immobile, pallido, esanime stava; accanto alle odorose violette clematidi, Ntoni con atroce dolor ansimava; là, sui bianchi terreni calcarei, dove si erge vispo il ferrugineo rododendro irsuto, anticipator di tanto pianto versato, ferito ad una gamba Neli gemeva; là, nei verdi pascoli, dove si innalzano gli azzurri gerani silvani violacei e l’aquilegia color vinaccia, Natali d’un sol colpo moriva. In mezzo a tutto questo sconvolgente, efferato, violento, atroce, disumano scempio, l’eroe la morte con ardore disprezzava, siccome tutto il suo eroico vigore manifestava. Intrepido a gran voce esultava e il cinico nemico umiliava.