L'estranea

Con lo sguardo smarrito del viaggiatore perso tra le vie clandestine di una città di passaggio avvolgi con gli occhi sgomenti i patetici orpelli della tua casa stancamente addossati ad ossute pareti gravide di santini ignobili non ricordi neppure quando quei luoghi divennero tuoi ‐semmai furono tuoi‐ e quale parte della tua vita in essi è trascorsa con la lentezza dell’aqcua del fiume con l’apparente immobilità dell’acqua del fiume non riconosci la tua scrivania i volumi nella libreria gli abiti ammassati nell’armadio neppure il talamo dove concepisti tuo figlio, ridotto a un groviglio di lenzuola sgualcite.