Un rintocco,
un solo
rintocco.
Breve e conciso,
svanisce
nella penombra
ovattata,
anonimamente.
Nella notte
insonne,
introduce
la coscienza
del tempo
nel corso
irrequieto
dei miei pensieri.
E qui
ha la sua eco.
Nella quieta
ansia
che lo sa
perduto
per sempre.
Nell'acuta
coscienza
che tanto
muore di me.
È il marchio
che segna
i confini
mobili
di una vita
che passa
e dell'eternità
che resta.
11 luglio 2012
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Se si rinunciasse alle cose futili, la vita diventerebbe come gli alberi d'inverno: spoglia. Spoglia delle quotidiane piccole distrazioni, irrilevanti irritazioni, banali lamentele e insignificanti piacevolezze.