L'ultimo rumore vivo

Fine d’un giorno pieno
feriale
che ne trascini tanti
come tutti
tra mucchi d’ancore nel mare mente.

Trabocco e gorgoglio
sui punti di sutura e giugno
chiama tepore
che sa solo di luce nel tragitto
‐ di metà mamma.

Ma troppo tardi
perde calore l’auto sull’asfalto
distratto come te da mille soste.

Torna perenne l’ultimo
rumore vivo
il colpo secco
come coperchio d’una bara
l’urlo di morte
che dentro ora ti vive
per sempre
impresso agli occhi, inciso
dal fondo indifferente di memoria.

Ora pugnale squarcia
tracima
dolore senza requie
né perdono.