L'uomo che odiava le canne di bambù
Era la gara della pesca sportiva della vita
sua già vincitor sicuro si vedeva lì sul podio
in alto primo e folle festanti il nome suo
al cielo gridar e già gustava quel tripudio,
si muove nell’acqua de il montan laghetto
il galleggiante, il campanellin in cima de
la canna suona, dell’onda al pelo s’intravvede
una luccicante e maestosa preda, pesce
mai si vide per bellezza e dimensione,
che far che dire ormai è certa la vittoria:
ma sul più bello al momento dello stacco
la canna di bambù sollecitata tanto e tanto
cede al furor del catturato e in due si spezza
donando a questo nuova vita e quella libertà
ormai insperata l’ira del pescator s’accende
rossa, ride sghignazza insulta quella da lui per lui
quel dì la certa e sicura auspicata osannante folla,
e da quel dì in poi lo prese ad agir come un demente
una follia pura sì girar il mondo in lungo ed in largo
alla ricerca di canne di bambù boschetti o piantagioni
onde di loro far unico deserto o se vuoi tabula rasa,
e ancor oggi s’aggira in questo suo agire furibondo.