La dea dei monti spogli
La torre dei fuggiaschi ora è disabitata
dopo la retata degli scheletri appesi
al gancio di un robot, il mare è in apnea
e ulula il vento del nord, l’ultima strega
del nocchiero è morta di polmonite
tre anni fa. Credi che sia un monolite
la pietra prima del bosco della congrega
dei rabdomanti, non è così dice la dea
dei monti spogli. Non è qui la genesi
dell’odio, ma qualcuno l’ha avvistata.
Dall’altra parte della terra, al confine
con la regione dei giganti astemi
e la terra delle fontane zampillanti.
La regina dei comizi è stata deportata,
ora recita a gettone per gli abitanti
di una città senza finestre, i torrenti
sono inquinati dalla marmellata
di catrame, per comprare dei diamanti
bastano tre dazioni di monete. I blasfemi
sono demiurghi, noi solo figurine.
Spulciando tra le righe delle leggi emanate
dal parlamento qualcuno ha scoperto
un refuso, per cancellarle serve l’approvazione
dei discendenti del re di Prussia, perché gli eletti
sono stati confinati nel girone dei prepotenti
da una rivolta improvvisa degli elefanti
sordi. I briganti del sud ora sono protetti
da mosche danzanti al suono di una canzone
rock, le donne invecchiate sono al concerto
e quelle più belle sono state clonate.