La forza della vita
Restan, a farti compagnia, sol i silenzi,
allorché tutto sembra andato.
Lungo un percorso di noia e di stenti,
nessun ideale è sopravvissuto,
da quand’in ogni dove baratti l'esistenza,
con l'odiosa sostanza,
che fa di te uno schiavo assuefatto,
che nel tunnel dell'inferno si trascina,
di tenebra edificato e la tua mente,
confusa e farneticante,
oscurante la realtá,
inver è sita in una miserabile parvenza di vita.
Inerme burattino,
manovrato da mani d’altri,
i qual han fatto conto
che perso ti saresti.
Se sol dal tunnel riuscissi a sortire,
pel sole guardar e avvertirne il calore,
il cielo scrutar e un fiore odorar così
com’usavi far quand’ancor bambino
a giocar t’accingevi...
Se tu capissi ch’in tal frangente,
dentr’alle mani,
avrai null'altro ch’il niente,
preda innocente d'una triste sorte,
che condannato t’ha
e ben presto
alle grinfie della morte ti consegnerà...
Se un sol istante allo specchio t’osservassi,
oltrepassando colui che v’è riflesso
e nello spento sguardo infin cercassi
lo spirito incerto, occultatosi dentro...
Fors’in quell’esatto momento,
scopriresti, infinita, la forza della vita,
in te nascosta e giammai andata persa,
sfiorante le tue dita.
Allor potresti, pur con rabbia e tormento,
a costei aggrapparti,
onde dir bast’all'esistenza senza senso.
L’incentivant’energia alfin rinverresti
a voler proseguir e in te ricercar il
piccolo infante ch’amava sognar e
in un mondo miglior tanto sperava.
E tu sai che per nulla è finita...
Sintantoché vivrai,
avrai con te la forza della vita
la qual sempre
‐ perpetua madre intenerita ‐
non d’offesa né rancor, parole ti sussurrerà...
Sol d’amor in verità:
"Guard’ancor, dinanzi a te,
quanta vita c'è..."