La leggerezza.
La leggerezza.
La leggerezza,
l’ho sentita ieri
all’improvviso,
quando ho capito che
malgrado tutto,
l’unica cosa da sperare,
è il paradiso.
Non quello con nuvole
e colori,
quello dove non vivi di dolori.
Perché son tanti
i nostri desideri:
volere l’oro,
l’argento
e mettere al sicuro
il tuo tesoro.
Avere soldi in banca,
i libri che hai stampati
in una panca
i tuoi vestiti
lasciati altrove,
che neanche più ricordi,
mentre dovresti amare solamente,
della vita gli accordi.
Come Francesco?
No: neanche come lui,
perché soffriva freddo,
fame e malattia.
Invece, come suggerisce Lui:
vestirsi uguali ai fiori
agli uccelli del cielo,
coi loro canti,
i loro colori.
Che cosa bella dire: me ne frego.
Godersi ciò che ti ha dato la fortuna
essere ricchi dentro
e ringraziare,
che questo mondo
non ti faccia male.
Sta smania di possesso
che cos’è?
Ti lascia dentro solo l’amarezza:
se il tuo milione
in banca
non risuona
dei grazie indifferente
di un bambino.
Se per averne due
mancano gli euro.
Ti accorgi all’improvviso
che sei ricca,
perché di ciò che hai
fai già fatica
a consumare oggi
e del domani
neanche te ne frega!
Mica già lo sai,
se lo vivrai!