La mia veste s'è intrisa di silenzio
La mia veste s'è intrisa di silenzio,
nell'ovattato silenzio
d'un qualsiasi giorno di dicembre.
Alcuna voce, pietosa e impenitente,
che lo dissacri, l'udito mio non ode,
portante quel sollievo e quella pace
che a bramar m'appresto, inutilmente.
Né un raggio di sole, a riscaldare le mie membra...
Al momento sento, intenso, un freddo indifferente,
circondata dalla triste e nebbiosa atmosfera,
che sovrasta e annulla tutto ciò che mi circonda,
proiettandomi in un mondo che, alla vista, appare inesistente,
di materia privo e plasmato d'assoluto niente.
Irreale dimensione, divenuta pressoché impalpabile e muta,
che conduce la coscienza a fare i conti con se stessa,
ascoltando saggi versi della mente,
che narrano di me,
di quanto ho dato o, errando, omesso di dare,
di quanto ho amato e son riuscita a farmi amare.
Profonde riflessioni, intanto che percorro, lenta,
il sentiero di dubbi, lastricato e disseminato di ricordi,
a volte delicati fiori, altre ostiche ortiche,
vagando casualmente, com'errante anima,
in un percorso, allo sguardo mio, nascosto in parte,
qui, nel silenzio amico, che sento appartenermi
e non disdico,
seppur talvolta esageri e sia greve,
la sua presenza,
che mi vuol vestir di sé, perennemente.