La poesia perduta
Ricordi quando scegliesti
di abbandonare
questo luogo sacro
di odori e di sapori antichi?
Ti ricordi?
Scegliesti di sedere
nell'abitacolo di un'astronave
dove la velocità del suono
era uguale a quella dell'aria esterna
e dove stalattiti orizzontali
di luci abbaglianti
di colori diversi
si rincorrevano.
Tu credevi di controllarle
avendo davanti a te
un orologio al quarzo
con i numeri che sembravano impazziti
...allora per te contavano i numeri,
i numeri solo.
Io dalla pace
del mio mondo di cristallo
chiusi una poesia
in una bottiglia
insieme a quattro note
tristi di violino barocco
e due lacrime
in eterno bagnate
e la lanciai nel mare lunare
sperando che arrivasse
alla tua riva
e tu la raccogliessi
se mai avessi fallito
l'abbordaggio alla tua stella
più ambita.
Alzai una preghiera al cielo
perché tu raggiungessi il tuo scopo
e gioii in silenzio per te
libando da solo
senza disturbarti
quando arrivasti alla meta.
Oggi dopo troppi anni
la mia bottiglia
ha raggiunto la riva
del tuo orgoglio...
...e la tua scaltrezza
e il tuo cinismo
si sono sciolti
in un dolce pianto
lasciandoti annegare
nella malinconia del ricordo.