LA PRIMA, VERA, PRIMAVERA

 
Quando più me le aspetto,
verranno ‐ certo che verranno ‐
le ore in cui cambieremo
cadenze e fogge alle stagioni.

E cambieremo i loro nomi
per quanto attorno ci accadrà,
per il vento di turno che si vendicherà,
per le piogge che c’inonderanno,
per la neve che ci coprirà,
per la grandine che ci trapasserà,
per le nebbie che ci confonderanno,
per il sole che ci cremerà.

Semmai dovessimo entrare
nel collegio dei nuovi onnipotenti,
alziamo ‐ vi prego ‐ dieci dita ognuno
per conservarla, una stagione,
per difendere le nostre speranze,
per soccorrere tutti quegli amori
che ancora vorranno sbocciare,
per salvarci…

Non eravamo forse noi
che corteggiammo i cieli,
che ingoiammo a lungo
i cenni d’albe poi fasulle?

Non eravamo forse noi
che attendemmo
‐ come oggi ‐
il nostro miglior tempo,
la prima, vera, primavera?


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Anno di stesura 1999
Pubblicata sul mensile di cultura Il Saggio (Novembre 2007) a cura del Centro Culturale Studi Storici Il Saggio – Eboli (SA)